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giovedì 1 febbraio 2018

HAI PAURA DEI PAGLIACCI?


Una presenza nel buio
“Buonanotte tesoro” sussurò la madre Camilla, dopo aver dato al figlio un bacio sulla fronte.
“Mamma, ti prego. Non spegnere la luce” disse il figlio.
“ Luca, te l’ho già detto mille volte: non devi avere paura del buio”.
“Ma se viene il Pagliaccio Cattivo?” disse Luca. “Lui ama il buio”
Per un attimo Camilla rimase in silenzio.
“Non esiste nessun Pagliaccio Cattivo” disse lei.
“Ma Riki ha detto che esiste veramente. E che adora mangiare i bambini piccoli” disse di nuovo Luca sempre più impaurito. Riccardo, chiamato Riki dal fratellino, aveva 15 anni ed era uno di quei fratelli maggiori che godono nel tormentare i fratelli minori.
“Riccardo ti ha mentito, l’ha fatto per terrorizzarti. Te lo ripeto non esiste nessun Pagliaccio Cattivo. Fidati di me!”
Erano alcune notti che Luca avvertiva qualcosa di strano nella cameretta, come se qualcuno lo stesse osservando. Ogni tanto gli pareva persino di sentire respirare. Succedeva sempre poco dopo essere stato messo a letto dalla madre.
C’era ancora un’altra cosa che lo terrorizzava, e che gli impediva di raccontare tutto alla madre. Era un’altra cosa che gli aveva raccontato Riccardo sul pagliaccio, giorni fa.
“Stammi a sentire”, aveva detto serio, mentre Luca lo ascoltava con un po’ di timore.
“Non devi dire a nessuno quello che ti ho detto. Questo Pagliaccio ama mangiare i bambini piccoli come te, ma soprattutto i bambini spioni. Tienilo a mente, se non vuoi che lui usi le tue costole come stuzzicadenti”.
“Ok” rispose Luca con un filo di voce.
Invece aveva finito per rivelare l’esistenza del Pagliaccio Cattivo a sua madre, anche se lei non ci credeva. Temeva di aver sbagliato nel fare la spia, temeva di aver dato al pagliaccio l’occasione per mostrarsi ed attaccare? Che cosa sarebbe successo quella notte? Non lo sapeva, ma sapeva solo che avrebbe voluto dormire con mamma e papa, ma loro non gliel’ avrebbero permesso perché ormai era troppo grande.
Non gli restava altro che appoggiarsi alla luce della lampada sul comodino.
“Va bene” disse Camilla, “Per stasera ti lascio la luce accesa, ma ricordati che i mostri non esistono. E se esistessero, non ti preoccupare perché io ti proteggerei sempre”.
Luca fu felicissimo che la mamma gli aveva lasciato la luce accesa, anche se solo per una notte.
“Adesso cerca di dormire” Camilla gli diede un altro bacio sulla fronte, poi uscì dalla camera, cercando una punizione per il figlio maggiore.
Rimasto solo, Luca si girò e rigirò più volte nel letto.
“Non esiste nessun pagliaccio cattivo”. Continua a ripetersi nella mente.
“Non esiste!”... Ma ad un certo punto...
BUM!
Sembrava che qualcuno avesse sparato un colpo di cannone dentro la camera. Luca si svegliò, il cuore gli batteva fortissimo.
BUM!BUM!BUM!
Luca continuava a rimanere sotto le coperte, completamente paralizzato. La sua mente era tutt’altro che paralizzata. Un pensiero diceva: “è lui! Hai visto Luca che cosa hai combinato facendo la spia? Gli hai dato il momento opportuno per uscire allo scoperto. E adesso si sta divertendo a terrorizzarti, proprio come aveva detto Riccardo.
L’ altro pensiero replicava: “Smettila di fare lo sciocco bambino ricordati cosa ha detto mamma: quel pagliaccio non esiste, è solo frutto della tua immaginazione o un  sogno,  e quando ti sveglierai, l’unico rumore che sentirai sarà il russare di Riki, nella camera accanto.
Ad un certo punto il BUM!BUM! Finì e ci fu solo silenzio che fu interrotto da una strana voce, acuta e spaventosa che diceva: “Lucaaaa...”.
Avrebbe voluto urlare mamma, avrebbe voluto che lei si precipitasse in camera sua, che lo abbracciasse, che lo rassicurasse che quello che stava succedendo non fosse reale.
Luca si decise di uscire dal letto e mettersi seduto, aprì gli occhi (che aveva tenuto chiusi tutto il tempo) e si ritrovò faccia a faccia con il pagliaccio cattivo. Era alto e grosso, il suo vestito era stranamente colorato, aveva un collare di cuoio al collo, i pantaloni rossi e gli scarponcini marroni. Aveva i capelli rosso fuoco, la faccia bianca con il naso e la bocca rossi, aveva gli occhi rossi e dei piccoli denti molto aguzzi. Il pagliaccio contemplò Luca per un attimo, poi con quella voce disse: “Grazie Luca”.
“Grazie? Di cosa?” pensò Luca. E una piccola vocina dietro di lui squittì la risposta: “Per averlo portato qui da te!”.
“No! Tu non esisti!” disse Luca.
Il pagliaccio ridacchiò e disse: “Staremo a vedere”.
E con uno scatto si avventò sulle succulenti carni del bambino mentre lui non potè far altro che lanciare un urlo mai lanciato.
DOPO QUALCHE SECONDO
“Luca, svegliati” lo chiamò sua madre.
“Il pagliaccio cattivo mi ha morso” rispose.
“No Luca, tranquillo era solo un brutto sogno!”.


Di Alice Pagliarini I B

Grafica a cura di Marta Liguori ed Manuel Zandoli I B