lunedì 26 marzo 2018

24 Marzo: ricordiamo le vittime delle Fosse Ardeatine



Fra pochi giorni ci sarà l’ anniversario dell’ eccidio delle Fosse Ardeatine, avvenuto il 24 marzo del 1944; l’evento più violento verificatosi durante l’ occupazione tedesca a Roma. A pochi km da noi, in alcune  cave di pozzolana presenti nei pressi di via Ardeatina 335,  civili, soldati italiani, oppositori politici, ebrei e detenuti persero la vita giustiziati con un colpo di pistola alla nuca. Questa è la storia dell’ eccidio delle Fosse Ardeatine.
Tutto incomincia in seguito all’ attentato di via Rasella dove delle truppe partigiane piazzano vicino ad un cassonetto una bomba che uccide 33 uomini del regime Bozen tedesco, uccidendo anche un partigiano e un bambino di 13 anni. La notizia arriva ad Hitler in men che non si dica,  e lui stesso ordina al generale tedesco Helbert  Kappler ( comandante dell’ SD e della Gestapo a Roma) di uccidere 10 persone per ogni tedesco rimasto vittima dell’attentato.  Così Kappler incomincia a catturare tutte le persone e le porta nelle Fosse Ardeatine per giustiziarli, inoltre durante la notte dopo l’ attentato, un tedesco muore portando il numero dei morti a 33 invece che a 32 così Kappler in fretta e furia prende altre vittime: 15 persone e per evitare che raccontino l’ accaduto a qualcuno giustiziano anche le 5 persone in più.
L’esecuzione avviene meno di 24 ore dopo l’attentato e viene resa pubblica solo una volta avvenuta.
Un piccolo trafiletto su Il Messaggero del giorno successivo riferisce al mondo che il massacro è stato compiuto
Finita l’ orrenda esecuzione la cava viene fatta crollare con delle mine per nascondere i corpi delle vittime. Alcuni hanno poi raccontato che sulle pareti delle cave sono state trovate unghie umane e che alcuni dei giustiziati non erano morti subito perché colpiti di striscio. Si racconta che i militari tedeschi che hanno compiuto l’esecuzione fossero ubbriachi e che per questo alcune delle vittime sono sopravvissuti ai colpi per poi morire comunque seppelliti nella cava. Oggi le fosse sono state trasformate in un museo-cimitero dove risiedono i corpi delle vittime di questo disumano accaduto e in una parete della grotta si legge una frase che dice: “Qui fummo atto di un orrendo sacrificio da questo orrendo sacrificio nasca una patria migliore e duratura pace fra i popoli”.
In seguito all’ eccidio nacque nel 1944 l’ A.N.F.I.M., che si occupava di dar nome e una degna sepoltura ai caduti del massacro, mentre nel 1973 uscì un film chiamato Rappresaglia che oltre a descrivere molte gesta dei partigiani descriveva anche questo tragico evento.
Per questo il 24 Marzo è importante ricordare tutte queste vittime.
Daniele Dimino 3B

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