Ci
eravamo appena trasferiti e a me non piacque molto perché ero troppo lontana
dai miei amici e poi il posto non era dei migliori: di notte tutto sembrava un
unico muro nero e con il vento era pure peggio perché sembrava che tutto
prendesse vita. Proprio così, ci eravamo trasferiti ai margini del bosco.
L’unica
amica che abitava dall’altra parte del bosco si chiamava Serena e aveva pochi
anni in più di me. Un giorno mi feci accompagnare a casa sua per passare il
pomeriggio assieme a lei, giocammo un po’ dentro casa, ma poi ci venne in mente
di andare a giocare nel bosco, ma senza allontanarci troppo. Dopo un po’ non
trovai più Serena, mi girai ed era a pochi metri dietro di me a scavare nella
terra, io avevo paura ma coraggiosamente le toccai la spalla e lei alzò la
testa e mi tirò un occhiataccia malevola, io scappai nel bosco e solo dopo po’
mi accorsi che mi ero persa, corsi e dopo un po’ mi girai e non Serena non c’era
più continuai a correre e me la ritrovai
avanti, lei rimase immobile ma poi mi prese e cercò di trascinarmi a se, ma non
ci riuscì, in qualche modo io mi liberai e scappai verso casa e mi chiusi a
chiave dentro.
Dopo
pochi giorni dall’accaduto ci ritrasferimmo di nuovo in città dove c’erano
poche probabilità di rincontrarla, ma dopo un mese la rincontrai di nuovo, ma
lei non mi vide, nominai sotto voce il suo nome per lo spavento lei mi senti e si
girò, ma con mia grande sorpresa non ricordava più nulla.
Di
Daniela Savini I B
Nessun commento:
Posta un commento